Riporto le considerazioni di Rosario Marcianò sulla causa del crollo del ponte Morandi avvalorata dalla Procura di Genova, perché mi sembrano molto logiche ed interessanti.

 

CROLLO DEL PONTE MORANDI A CAUSA DI UNA BOLLA D'ARIA? NON FATECI RIDERE!

Perché la tesi della Procura di Genova sulla bolla d'aria che avrebbe lesionato gli stralli del ponte Morandi non sta in piedi?
I consulenti incaricati di valutare le cause del crollo del ponte sul Polcevera sono incompetenti o sottostanno al disegno di insabbiamento?
Possiamo escludere che siano degli incapaci e questo perché se si ha una minima competenza sull'argomento, non è possibile nemmeno immaginare una cosa del genere. Perché? E' presto detto.
Gli stralli (o tiranti) del viadotto di Genova, erano costituiti da un gran numero di trefoli di acciaio, rivestiti di cemento armato precompresso. Questa tecnica permette di ottenere una resistenza del cemento alla trazione maggiore di quella specifica, in quanto, durante la fase di indurimento della gettata, i cavi di acciaio (trefoli) vengono sottoposti a trazione e, nella fase intermedia, la trazione viene progressivamente diminuita. In questo modo il cemento che ingloba i tiranti di acciaio (che già da soli assolvono egregiamente al ruolo di stabilizzazione della campata), indurendosi, viene sottoposto a compressione. Ecco perché si definiscono strutture "precompresse".

In genere i trefoli sono costituiti da 7 fili trafilati a freddo di cui 6 o 7 si avvolgono intorno al centrale (king wire).
Tecnicamente è impossibile che si siano spezzati a causa di carico eccessivo, bolle d'aria nella gettata di cemento, ruggine o amenità del genere.
L'acciaio non si spezza. L'acciaio, semmai, si allunga, ma se è inglobato nel cemento precompresso, non si allunga nemmeno.
Tuttavia anche eventuali lesioni nel cemento non avrebbero potuto assolutamente causare la rottura dello strallo, in quanto ognuno di questi era costituito da decine di trefoli, ognuno di questi, come detto, costituito da un certo numero di cavi d'acciaio attorcigliati (ciò li rende ancora più resistenti alla trazione) secondo lo schema in immagine.

Il rivestimento in cemento armato precompresso, studiato dall'architetto Morandi, assolveva al ruolo di impedire o quantomeno limitare le oscillazioni della struttura soggetta a carichi verticali (il traffico) e laterali (il vento). Un modo per far sì che il ponte fosse ancora più resistente di un manufatto che avesse avuto tiranti in acciaio non rivestiti.
Alcuni hanno affermato che il ponte oscillava. Doveva oscillare! I grattacieli, ad esempio, oscillano anche di alcuni metri, al loro vertice. Se non oscillassero, crollerebbero!

Detto questo è palese che le supposizioni dei periti, secondo cui il ponte sarebbe crollato per un difetto durante la messa in opera (una bolla d'aria, appunto), che avrebbe fatto arrugginire i tiranti d'acciaio, sono non solo ridicole, ma costituiscono un insulto all'intelligenza umana ed uno sfregio alle 43 vittime dell'attentato al ponte nonché ai loro parenti ed amici.
Una volontà di chiudere la questione velocemente senza trovare un solo colpevole, se non il povero architetto Riccardo Morandi che, purtroppo, essendo morto da tempo, non potrà difendersi.

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