Bellissima iniziativa. laughing

Sarebbe da replicare in tutte le nostre città.

 

Si corre nei prati, ci si arrampica sugli alberi, si scavano buche e si osservano gli insetti. Queste alcune delle attività a disposizione di 14 bambini fortunati. L'idea è dell'associazione culturale 'Come tetto un cielo'.

Non è una scuola, perché non ha le maestre. Non è nemmeno un asilo, perché è senza banchi e muri. Quello che fanno nei boschi di Valbrembo (Bergamo) 14 bambini, dalle 9 alle 15.30, da settembre a giugno, si chiama educazione in natura: si corre nei prati, ci si arrampica sugli alberi, si scavano buche, si osservano gli insetti.

In primavera i bambini si godono il sole, ma la pioggia non li spaventa e nemmeno la neve. Il progetto infatti è promosso dall'associazione culturale 'Come tetto un cielo' e non è una metafora: questi bambini, dai due ai sei anni, hanno a disposizione un 'roccolo' per ripararsi, ma solo in caso di neve o forti acquazzoni. Altrimenti, muniti di stivaletti e mantellina impermeabile, i giochi nel bosco non si fermano.

Bergamo, a Valbrembo l'asilo è nel bosco: niente muri, banchi e maestre


Come sia possibile, in un'epoca dove tutto sembra pericoloso e dove a ragazzi ben più grandicelli non viene concesso nemmeno di tornare a casa da scuola da soli, lo spiegano Ghislaine e Daniela, due dei sei accompagnatori che hanno ideato e lavorano al progetto: "Serve soprattutto un'alleanza con i genitori, ma la richiesta di un'esperienza come questa non viene solo dai bambini. I bambini iperprotetti e costretti all'immobilità possono avere difficoltà a vivere, perché per loro è innaturale. Mamme e papà hanno visto i loro figli chiusi in scuole dove non si può più giocare fuori, dove non si può correre e saltare, e hanno deciso di cercare una strada diversa".

La strada dei bimbi di Valbrembo è sicuramente differente e punta all'autonomia personale: ogni bambino si prende cura delle proprie cose, decide se mettere o no il maglione (anche in inverno), impara a discutere con gli altri senza che un adulto intervenga con prediche e sgridate. Gli adulti, naturalmente, ci sono: almeno due per 15 bambini, più i genitori che sono sempre i benvenuti. Ma non fanno i maestri, né i custodi. Piuttosto, accompagnano: "Noi non dirigiamo - spiega Daniela - ma mediamo, osserviamo senza giudicare, siamo presenti ma lasciamo che i bimbi provino a cavarsela da soli. Si sale sugli alberi, si gioca con la neve, si usano sega, martello e coltellino: sempre con un "grande" vicino, lasciamo che ognuno possa sperimentare le cose che è in grado di fare. Un margine di rischio ovviamente c'è, proprio per questo è fondamentale l'alleanza con i genitori, che devono superare i loro stessi, naturali, limiti".

Bergamo, a Valbrembo l'asilo è nel bosco: niente muri, banchi e maestre


Ma come faranno questi bambini, una volta raggiunta l'età per uscire dal bosco

 

e affrontare la scuola elementare, a passare ore seduti al banco a imparare a memoria tabelline e poesie? "Sicuramente faranno fatica a stare seduti - risponde Daniela - ma credo non sia un problema solo loro. Nel frattempo avranno sviluppato una serie di competenze molto utili: l'autonomia, la capacità di collaborare e di gestire i conflitti, quella di muoversi in situazioni complesse e di far fronte alle difficoltà. Ma, soprattutto, avranno avuto un'infanzia".

Fonte: milano.repubblica.it

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